Ambientazione estesa con cronologia

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  1. Jex
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    IL MONDO DI IERI
    Siamo all’inizio del ventunesimo secolo,
    il mondo intero è sconvolto dall’epidemia di ZOMbie denominata ZOM,
    sulla faccia della terra le nazioni sono svanite e
    le metropoli, le città ed i villaggi hanno l'aspetto di luoghi abbandonati.
    Tuttavia, come citava uno show degli anni ’80, la razza umana era sopravvissuta...



    CONOSCENZA IN BREVE DEL TRIENNIO DENOMINATO “APOCALISSE ZOM” (2019- 2021)

    2019


    Aprile: A San Marino viene distrutta una poker room. Muoiono in centinaia di persone. Il quartiere viene isolato per settimane e gli abitanti messi in quarantena. Si pensa ad un attacco terroristico. Solo molti mesi dopo si saprà che quello era il primo focolare ZOM nel vecchio mondo.

    Settembre: La nave Regina Margherita si schianta contro le banchine del porto di Civitavecchia, ne fuoriescono migliaia di ZOMbie. La città di Roma e le colline circostanti sono evacuate in meno di 2 giorni. Città del Vaticano si sposta alla Reggia di Caserta.

    Dicembre: Cina, India Pakistan e Iran impongono la legge marziale. I governi delle maggiori potenze non collaborano, si sospettano invece l’un l’altro. Si pensa alla guerra batteriologica, ma non si riesce ad individuare l’agente eziologico.

    2020

    Gennaio: Madrid è persa; cadono anche Edimburgo, Birmingham e Rotterdam.

    Febbraio: In risposta alla dilagante epidemia ZOM in centro Italia, l’esercito, ottenuti i pieni poteri dopo l’istituzione della legge marziale, inizia un massiccio programma di distribuzione del farmaco sperimentale indicato dall’ OMS chiamato Sanas.

    Marzo: Napoli e molte città del Sud continentale resistono. Cadono Torino, Catania e Bologna. Giungono notizie della invasione ZOM a Mosca, Pechino, Lima, San Paolo e Tokyo.

    Aprile – Maggio: “Il Sole Infuocato di Bugey”: un centinaio di militari dell’esercito francese capitanati da Alain De Puginot, circondati da un fronte lungo 3 chilometri di ZOMbie ripiegano nella centrale nucleare di Bugey. Si trovano ben presto assediati dai morti, che riescono a penetrare nella struttura. Poco dopo i satelliti ancora funzionanti di tutte le nazioni vedono un abbagliante lampo di luce. Il reattore della centrale esplode, vaporizzando tutto nel raggio di 200 chilometri. Non è stato possibile appurare se l’esplosione sia stata provocata dagli ZOMbie o dai soldati in un tentativo di estremo sacrificio. Sfortunatamente, oltre ad uccidere circa duecentomila morti l’esplosione ha anche reso invivibili (per i vivi) mille chilometri di terreno, da Tolosa a Francoforte e nel sud fino a Firenze. Gran parte dei pochi superstiti del vecchio mondo è fuggita sui valichi montani o si è barricata nei castelli ancora integri. Il numero dei morti viventi sul pianeta ha abbondantemente superato il numero dei vivi. Le linee internet di terra non funzionano più. Gli ultimi laboratori utili del pianeta non possono più scambiarsi i dati.

    Settembre:
    giunge voce sulla terra ferma non devastata da ZOM che in molti, pur di scampare all’infezione, impossibilitati a scendere a sud, abbiano scelto di vivere in mare. Molti si sono rifugiati nei pressi del Cimitero delle Navi Galleggianti ad ovest di Civitavecchia, auspicando di utilizzare il greggio estratto dalle numerose piattaforme di estrazione petrolifera presenti a pochi chilometri dalla costa italiana disseminate da nord a sud, sperando così di avere le risorse per creare una Waterworld.

    2021

    Gennaio – Febbraio: La Grande Gelata. Non si registrava in Italia un periodo della Merla così freddo dal medioevo. Per tutto febbraio la temperatura media è di 5°, con minime ben sotto lo zero. Le frequenze militari aperte al pubblico passano la notizia della diminuzione di creature e di attacchi delle stesse. Sembra che Il Sanas faccia effetto.

    Marzo:
    bolla di caldo in Italia, quasi Primavera. Nuova apparizione ZOMbie che oramai vengono diffusamente chiamati ZOM. Su una radio pirata, chiamata Radio Resistenza, impazza la dichiarazione del ex Ministro della Salute, ora esautorato dall’istituzione della legge marziale, che svela come il Sanas fosse solo un placebo e che nessuna cura è stata ancora trovata.

    Aprile: ultima apparizione di Papa Leone nella Santa Messa di Pasqua alla reggia di Caserta. Attacco di creature durante la via crucis che vengono ottimamente bloccate dalle guardie svizzere. Il papa, nella sua ultima omelia appare febbricitante ed a tratti delirante. Papa Leone diffonde 2 encicliche: “Ora e Labora” e “In Hoc Signo”. Nella prima esorta la popolazione ad abbandonare le città non dotate di mura solide e di ritirarsi nei castelli ritornando alla vita francescana fatta di preghiera e coltivazione della terra. Nella seconda esorta a bruciare i libri scientifici. Famosa la sua citazione «In quei libri o ci sono cose già presenti nei sacri testi o ci sono cose che non ne fanno parte: se sono presenti sono inutili, se non sono presenti allora sono dannose e vanno distrutte».

    Maggio:
    muore il papa.

    Giugno – Agosto: grandi roghi impazzano nelle zone abitate dai vivi.

    Settembre – Dicembre
    : Giunge notizia di una area gestita dai militari dell’Esercito Italiano nei dintorni di Napoli, Campania, Sud Italia. Viene chiamata Zona di Approdo, o più semplicemente ZA1.


    GLI ANNI SUCCESSIVI (2022-2033)



    2022: il tramonto dell’umanità è al suo apice. La popolazione in fuga verso ZA1 muore nel tentativo di raggiungerla. Banche dati sono distrutte. Pochissimi segnali radio ancora perdurano, fra cui Radio Resistenza, di cui non si capisce la base e Radio Maria Campania, dove incessantemente si possono ascoltare le orazioni e le omelie di un non ben identificato cardinale.

    2023-2024: alcuna notizia viene stampata, trasmessa, diffusa. Il mondo si chiude in se stesso, smettendo di comunicare.

    2025: gli ultimi esuli scampati a ZOM arrivano al campo ZA1.

    2026: i militari a capo di ZA1 vengono quasi tutti trucidati o cacciati dal campo che prende il nome di Futura.

    2027: l’anarchia regna sovrana all’interno della colonia, questo fino all’istituzione di una nuova forma di governo istituita dal fondatore Bergonzi e dal Consiglio degli Anziani.

    2028-2031: a minacciare la neonata colonia non sono solo i morti. Sono gli anni della guerra contro predoni, sciacalli e banditi che cercano di sopravvivere anche loro come possono al pari dei coloni ma che fanno dell’oppressione e del saccheggio il loro credo. Pare vi siano anche altre comunità intorno a Futura, ed alcune mandano messaggi di pace a mezzo alcuni piccioni viaggiatori. Ma è un periodo di brutalità e paura: non riuscendo a capire chi potrebbe essere amico e chi potrebbe solo fingersi tale per poi colpire più in profondità, Futura si chiude in se stessa ed il Consiglio decide di non rispondere, almeno per ora, cercando di dedicare uomini e risorse alla ricostruzione e solo dopo all’esplorazione. Tutto il 2031 e buona parte del ’32 servono a questo scopo.

    2032: I primi nove mesi dell’anno servono a Futura per “leccarsi le ferite” dopo la lunga guerra con gli sciacalli, vinta, ma a caro prezzo in termini di vite e di risorse impiegate. Solo fra ottobre e novembre 2032 si riesce a ripartire in esterna con l’obiettivo di allargare il proprio perimetro ed il proprio raggio di azione; partono due convogli: dapprima “Eco del deserto”, lungo la Napoli Bari, direzione Basilicata, e poi “Fox” direzione Caserta. Tutti e due i convogli partono con alcuni mezzi a benzina. Il viaggio, che normalmente dovrebbe durare poche ore, adesso, con le vie di comunicazione intasate di mezzi, lamiere, ZOM e sciacalli risulta molto più complesso e pericoloso obbligando gli eroi a continue deviazioni e pattugliamenti. Inoltre ogni plesso incontrato per la via contente anche minime razioni o oggetti utili deve essere perlustrato e bonificato, costringendo a continui rallentamenti.
    Da dicembre 2032 a febbraio 2033 arrivano messaggi da ambedue i convogli, specificando le proprie azioni.

    Azioni comunicate da Eco del Deserto
    Ottobre - Bonificato una cisterna idrica e scoperta una vecchia fabbrica di armi;
    Novembre - Incontrato alcuni sopravvissuti, gente violenta e dall’aspetto zotico, dei bifolchi montanari. Erano in pochi, sette in tutto. Dicevano di appartenere ad un unico clan, quello dei “lupi dell’Irpinia”. Sono tutti morti.

    Azione comunicate da Fox
    Novembre - Bonificato quartiere di confine
    Dicembre - Riparato un ponte

    2033:

    Gennaio. Dentro una gola nell’Irpinia, poi ribattezzata “Malepasso” il convoglio Eco cade in trappola. Montanari scendono dai canaloni con asce e scoppette, in numero enorme, come una antica tribù vichinga. I nostri subiscono gravi perdite e devono lasciare molti fratelli sul campo. E’ una dolorosa ritirata.
    Nel mentre, sempre a Gennaio, il convoglio Fox ha iniziato la bonifica di un ex centro congressi non molto distante da Futura e impossibile da raggiungere per un ponte crollato ed ora ripristinato. Il convoglio, dopo aver rilevato l’assenza di altre bande (anche se sono presenti loro tracce) ha iniziato a sfruttare l’area come base temporanea per riparazioni, medicazioni e zona di riposo.



    NOTA PER LA CREAZIONE E IL ROLEPLAY DEL PERSONAGGIO: IL PROGETTO MORBUS 2033 È AMBIENTATO IN UN DOPO-MONDO IL CUI INIZIO (CHE SI PUÒ IDENTIFICARE CON LA FINE DEL MONDO CHE NOI CONOSCIAMO) È DATABILE A CAVALLO FRA LA FINE DEL 2019 E L’INIZIO DEL 2020. CIÒ SIGNIFICA INNANZITUTTO PORRE ATTENZIONE NEL VERIFICARE SE CIÒ CHE IL PROPRIO PG PUÒ SAPERE O SAPER FARE (IN BACKGROUND O SCHEDA) SIA COMPATIBILE CON LA SUA ETÀ.

    AD ESEMPIO, UN PG LA CUI NASCITA VENGA FATTA AVVENIRE NEL 2017 È PRATICAMENTE CRESCIUTO DURANTE LE FASI PEGGIORI DELL’APOCALISSE: NON PUÒ ESSERE UN LAUREATO, NÉ PUÒ AVERE TITOLI DI STUDIO O PRATICA IN COSE CHE ORAMAI NON ESISTONO QUASI PIÙ COME I COMPUTER. ALLO STESSO MODO (CIÒ SPECIALMENTE PER IL ROLEPLAY) TUTTO CIÒ CHE EGLI SA DEL MONDO PRE APOCALISSE AVRÀ PER LUI UN VALORE DI “RACCONTO” E NON DI “RICORDO”, LADDOVE UN PERSONAGGIO PIÙ VECCHIO, TROVANDO AD ESEMPIO UN DISCO DEL SUO CANTANTE PREFERITO NE SARÀ COINVOLTO EMOTIVAMENTE IN MANIERA TOTALMENTE DIVERSA.

    PER FUGARE QUALSIASI DUBBIO VIENE INSERITO IL SEGUENTE SCHEMA A MO’ DI GUIDA PER IL ROLEPLAY DEI “RICORDI DEL VECCHIO MONDO”.

    PERSONAGGI CON ETÀ FINO A 25 ANNI: FIGLI DEL NUOVO MONDO. QUESTI PERSONAGGI NON HANNO ALCUN RICORDO (O QUASI NESSUNO) DEL PASSATO PRE-APOCALISSE E VIVONO I RACCONTI DEI TEMPI ANDATI COME MITI.

    PERSONAGGI CON ETÀ FRA I 26 ED I 35 ANNI: FIGLI DELL’APOCALISSE ZOM. QUESTI PERSONAGGI SONO DIVENTATI MAGGIORENNI DURANTE O SUBITO PRIMA DEL TRIENNIO APOCALITTICO 2019-2021. NON SONO RIUSCITI A LAUREARSI, MA CONSERVANO RICORDI DI VISSUTO NEL VECCHIO MONDO. PIÙ SI VA VERSO I 26 ANNI E PIÙ I RICORDI SARANNO SFUMATI. VICEVERSA, PIÙ SI VA VERSO I 35 ANNI E PIÙ SARANNO VIVIDI E DIVERRANNO UN BAGAGLIO CON CUI CONVIVERE.

    PERSONAGGI CON ETÀ FRA I 35 ANNI AI 45 ANNI. FIGLI DEL VECCHIO MONDO. QUESTI PERSONAGGI HANNO VISSUTO PIÙ TEMPO NEL VECCHIO MONDO CHE NEL DOPO MONDO. QUESTI PERSONAGGI HANNO RICORDI VIVIDI DI COME ERA IL MONDO PRIMA, POSSONO ESSERSI SPOSATI (ED AVER MAGARI PERSO LA FAMIGLIA) E POSSONO ANCHE ESSERSI LAUREATI, SE HANNO ALMENO 40 ANNI.

    SI SCONSIGLIA DI CREARE PERSONAGGI PIÙ ANZIANI DI 45 ANNI (QUINDI ESSERI UMANI NATI PRIMA DELL’ 87) PER UN SEMPLICE MOTIVO CHE NON È COLLEGATO AL TRUCCO MA AL REALISMO DELL’AMBIENTAZIONE: UN CINQUANTENNE DIFFICILMENTE VERREBBE INVIATO IN MISSIONE.




    FRAMMENTI DALL’APOCALISSE (2018-2021)



    Il mondo dei padri, il mondo dei figli –
    Il vecchio barista ed il ragazzo che parlava poco

    Il vecchio si risistema sulla sedia, dopo aver acceso usando il fuocherello che ci divide la punta di una sigaretta rollata. E’ panciuto e la seggiola in plastica, prodotta da operai che non esistono più in una qualche parte dell’estremo oriente che non esiste più, gli sta stretta. Mi risistemo anche io, per solidarietà più che scomodità. Le fiamme disegnano sul mio volto con le ombre rughe che non ho e confondono le sue, facendolo sembrare più giovane, livellandoci in due uomini di età indefinita che si godono un attimo di calma davanti al fuoco, dopo una giornata di lavoro. Le urla di ZOM isolati che si chiamano e si rispondono da una parte all’altra della vallata, fuori dalle mura, sono il suono su cui ci addormentiamo, ma una volta non era così. Io non lo ricordo, ma deve essere vero che una volta ci si addormentava disturbati da rumori diversi. Il vecchio aspira dalla sigaretta e tossisce un paio di volte. “Questo è quello che passa per tabacco al giorno d’oggi” dice, “Foglie di grano ed erbacce”. Sputa a terra e si schiarisce la voce.
    “Allora non mi mancavano mai le sigarette” sospirò, “A Roma il mio tabaccaio di fiducia, Luigi, stava affianco al mio bar. Ero là la prima volta che ho sentito parlare degli ZOM, sul televisore che lui teneva sempre acceso.”

    Io non ricordo la prima volta che ho sentito parlare di ZOM, avevo sette anni allora. Ricordo il fumo che saliva dalla città che si allontanava dietro di noi, ricordo di aver pensato che era il colore sbagliato un nero così nero per delle nuvole.

    “Parlavano della Cina, delle leggi speciali e dell’india.” continua “Qua era già successa la faccenda dell’esplosione della sala giochi a San Marino, ma non si sapeva niente, pensavamo ancora ai terroristi. Si è saputa dopo tutta la storia, dopo che cominciarono a cadere i governi. Fino a che non arrivò la nave io non mi preoccupai nemmeno tanto.”

    Gli chiedo della nave, anche se ne ho già sentito parlare. Ascolto tutte le storie che posso, mi immagino i dettagli che riesco a rubare, per rimettere insieme un mondo che non ho visto quasi. Il mondo di mamma e papà.

    “La nave da crociera, quella che era sparita, la Regina Margherita” indica col dito in un punto indefinito. “Il tizio del telegiornale, quello con gli occhiali che faceva tg lunghi anche tutta la notte ne parlava ogni sera da una settimana. Fino a che non ci è arrivata addosso. Ho conosciuto uno che stava là, che ci è uscito vivo per un pelo, sai?”, fa una pausa per aspirare e tossire ancora. “Lavorava lì al porto, su una gru, ci è rimasto due giorni perché gli pareva il posto più sicuro. E c’aveva ragione, quelli erano migliaia, pareva che non finivano mai, ma lassù non ci potevano salire. La nave aveva sfondato la banchina ed erano scesi tutti i passeggeri, solo che tutti i passeggeri erano diventati ZOM. E’ stato in quei giorni lì che siamo scappati.”

    La fuga. Tutti qui hanno le loro storie su “la fuga”, anche quelli come me che erano troppo piccoli per ricordare bene ne hanno una versione in testa, composta di pezzi di ricordi, racconti e sensazioni cuciti insieme, ma fa lo stesso: ce la portiamo tutti addosso in un modo o nell’altro. Non è più un’esperienza, è un istinto. Guadagnato da chi l’ha vissuta, hanno finito per ereditarlo i nostri figli. Il vecchio continua a dirmi della nave da crociera del 2019, di come la stessa cosa è successa in varie parti del mondo. Navi giganti, città che galleggiano, ripiene di morti e nessuno al comando. Non è questo però il mondo che sto cercando di farmi raccontare, il mondo delle navi da crociera piene di ZOM, come la Regina Margherita, che ha tagliato l’Italia in due all’altezza di Civitavecchia e costringendo addirittura la Sacra Romana Chiesa a scappare a Caserta o quello della centrale nucleare saltata in aria in Francia, che ha finito o quasi l’opera rendendo la terra velenosa fino a Firenze o giù di lì.

    “Dimmi di prima. Dimmi del tuo Bar”

    Il petto del vecchio si gonfia d’orgoglio e gli scappa un sorriso, prima di ricominciare a parlare…
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    C’è sempre un idiota in altoZio e nipote, Assaltatori

    Scava una buca, lui. Io lo guardo seduto su un tronco.

    “Sei lento” gli dico “rischio di farmela addosso prima che tu abbia finito di scavare la latrina”.

    Mi guarda offeso. “Ringrazia che non faccia scavare te che sei più giovane. Ammesso che sei capace a scavarla una latrina” risponde.

    Abbozzo un sorriso, le risate non esistono quando siamo qui, come il parlare a voce alta. Gli insulti ce li sussurriamo l’un l’altro, nelle latrine si versa terra ad ogni singolo uso, per coprire l’odore. Per gli Assaltatori non esistono errori da novellini ed errori da esperti, dice sempre il Veterano Antò. Un Assaltatore che fa errori, non è un buon Assaltatore e salvo rari casi è un Assaltatore morto.

    “Guarda che ho trovato” mi dice il mio collega e zio, momentaneamente addetto alle latrine, porgendomi la punta della vanga su cui è posata la scatola sporca e schiacciata di un farmaco. Sanas c’è scritto sopra. “Te lo ricordi?” mi chiede. Faccio di no con la testa, ma il nome mi è familiare. Lui si avvicina un po’ per parlare meglio.

    “Lo misero sul mercato prima ancora che i cugini francesi atomizzassero mezza Europa. Doveva essere il farmaco miracoloso che non ti faceva diventare ZOM. Ci è toccato aspettare il 2021 prima che qualcuno di Radio Resistenza ci dicesse che erano tutte fregnacce, che non curava nemmeno le carie e che loro lo sapevano. Stronzi.”

    Penso a tutte le bugie. Penso al momento in cui a qualche idiota in alto viene in mente che sia una buona idea raccontare che esiste una cura, che è tutto sotto controllo o che invece, se conviene dire così, non lo è. Esiste sempre qualche idiota in alto che pensa di sapere cosa è meglio per tutti.

    “Successe un casino” continua lo zio, “persino Papa Leone, là a Caserta, prima di morire disse che bisognava bruciare le biblioteche, che era colpa della scienza, di leggere la Bibbia e via dicendo“. Altra risata muta. “Il Papa che ordina roghi e condanna la scienza parlando nella sua radio le cui antenne funzionano ancora. E l’anno prima le voci sulla gente che se ne va a vivere in mare. Ti ho mai raccontato quel cimitero là?”

    Un’esplosione lontana, a Sud, ferma il nostro discorso di sussurri e fa ululare gli ZOM che iniziano a muoversi. Buon per noi.

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    Terre promesseIl professore e il soldatino

    “Il Cimitero delle Navi”

    Il Professore stava facendo scorrere le dita nodose sulle coste consunte e rovinate di alcuni libri, sembrava una carezza affettuosa più che un processo di selezione. Si voltò di nuovo verso il ragazzo con la maglietta del film Waterworld.

    “Un paesaggio degno delle Montagne della Follia prima che qualcuno ci andasse ad abitare, così m’han raccontato. Navi ormeggiate nel mezzo del nulla, giganti di metallo che delimitavano larghi viali d’acqua scura. M’immagino queste pareti d’acciaio delle chiglie ai due lati e tra loro l’acqua nera che mormora placida e infida. Nell’aria il rumore del metallo che si assesta. Così era prima e così, penso, è adesso che non ci vive più nessuno, che il sogno della terra promessa si è bruciato. Veramente mi ricorda più Lovecraft che Kevin Costner.”

    “Chi?” fece il ragazzo.

    Il Professore prese un tomo dallo scaffale dietro di lui, senza nemmeno guardare.

    “E mo me vulite fa legge nu libro e Costnèr, prufessò?”

    “None, questo è un libro sul cervello. Ce lo devi portare alla Dottoressa Bonomi.”

    “Comandi, prufessò. Però il caffè vostro nel frattempo si fredda.”

    “Gennà, questo non è caffè, è fatto coi ceci.”

    “Eh ma che volete fa, i semi di caffè mica si trovano qua. Perché quando ci siete arrivati voi a Futura ci stava il caffè?” chiede il ragazzo.

    “Quando ci sono venuto io si chiamava Zeta A 1 e lo sai bene, Gennà. Mi ricordo il messaggio radio dell’Esercito che ripeteva le coordinate. Era il 2021.”


    Poggia il libro in mano al ragazzo e si prende la tazzina di surrogato, inizia a sorseggiarla e fa una smorfia, come ogni volta.

    “Comunque sì, ci stava il caffè, ma era poco, quindi a noi non ce lo davano.”



    UNA PIÙ PUNTUALE RICOSTRUZIONE DEGLI AVVENIMENTI IN ITALIA E NEL MONDO IN QUESTI ANNI È DISPONIBILE PER CHI ACQUISTI L’APPROPRIATA ABILITÀ]


    IL DOPOMONDO E LA ZONA DI APPRODO 1 (2022 – 2025)



    ANNO 2022 -2025 – ZA1 - CASA MIA REGOLE MIE

    “Fino alla prima metà del marzo 2025 l’afflusso di profughi a Bagnoli, presso la Zona d’Approdo 1, era stato costante. Leggendo i documenti del comando abbiamo scoperto che i vertici militari a capo dell’operazione “Zona d’Approdo” si erano stanziati in quella che era una base americana o qualcosa di simile. Essi credevano di aver fatto bene i loro calcoli, stimando che tra volantini che scaricavo dall’elicottero in nostro possesso e messaggi radio in loop su più frequenze, la copertura fosse sufficiente ad informare tra i 60 ed i 70.000 sopravvissuti. Ovviamente ritenevano che questo numero grezzo sarebbe stato molto differente da quello di profughi che effettivamente avrebbero raggiunto le 5 ZA, gran parte di queste persone non avrebbero mai varcato i cancelli, finendo sui rapporti alla voce “impossibilitati per cause sconosciute”, un insieme che avrebbe tenuto conto di coloro che avevano già un posto minimamente sicuro dove stare e che non l’avrebbero abbandonato e coloro che avrebbero tentato la traversata, fallendo. A dire il vero l’opinione diffusa oggi è che i vertici contassero molto sulle “cause sconosciute”: ben sappiamo che, almeno nel caso di ZA1, molte delle ZA non potevano ospitare più di duemila, al massimo tremila persone. Il punto è che dalla fine del 2021 all’inizio del 2024 erano giunte a ZA1 duemiladuecento persone, gli arrivi poi erano diminuiti fortemente, ma non si erano affatto fermati. A memoria potrei dire che l’ultimo gruppo numericamente rilevante – 4 persone – fece il suo ingresso proprio a marzo 2025: a quel punto la base ospitava quasi 3800 persone, di cui più di seicento formate da militari, per un rapporto di un soldato ogni sei abitanti. Va da sé che se ti ritrovi 38 persone in una villetta su due piani che al massimo potrebbe contenerne 20, ogni stanza si incasinerà subito, i bagni potrebbero rompersi, le persone costrette a stare vicine potrebbero cominciare a litigare ed altre potrebbero iniziare a darsele di santa ragione su chi può intascarsi chissà quale soprammobile dell’affollata casa. La verità è che l’Esercito di Liberazione, come si era chiamato ciò che rimaneva dell’esercito italiano, era composto da militari che non erano in grado di gestire cose come queste, ovvero i profughi. Quelle organizzazioni che lo avevano sempre fatto avrebbero sicuramente portato a casa risultati migliori, ma, come quasi tutte le organizzazioni del mondo, non c’erano più. E un’altra verità pura e semplice, che l’esercito non è stato in grado di comprendere, è che la semplice legge marziale funziona per le guerre e non per le apocalissi. Una legge per i morti che si svegliano nessuno aveva pensato di scriverla. Comandare con la paura funziona solo fino a che vale la pena vivere.
    Direi che l’avvenimento che ha innescato la nostra piccola rivoluzione sia con ogni probabilità la faccenda della ragazza che rifiutò la perquisizione. Chiariamo, le tensioni con i militari c’erano già, ma la rabbia della gente monta lentamente, è fatta di denti stretti e parolacce mormorate a mezza voce per mesi o anni, fino a che qualcuno esplode ed è come se decine o centinaia di micce si accendessero in quel momento, tutte di lunghezze diverse, ma tutte attaccate ad una bomba. A quel punto è solo questione di tempo. È così che cominciano tutte le rivolte. Successe nel luglio del 2025. Era sparita la pistola di un ufficiale: le divise diedero di matto. Furono fatte perquisizioni capillari, per tutta la notte e con modi nemmeno tanto gentili. Shadi era la figlia di un immigrato, nata qui in Italia, ma portava vestiti accollati ed il velo sulla testa. I militari devono aver pensato che sotto quei vestiti e quella gonna ci si poteva ben nascondere una calibro 9. Lei si oppose alla perquisizione, loro la tirarono a terra e praticamente la spogliarono. Il padre li aggredì e si prese il calcio di un fucile sul naso e le manette ai polsi. Io ero lì, ricordo che sentivo una gran rabbia. Dissi loro che stavano esagerando, che comportamenti del genere non erano accettabili, che dovevano ricordarsi che, armi o meno, noi eravamo più di loro. Fui arrestato per “sedizione”, ma sapevo che non mi avrebbero fucilato. Ero uno dei pochi a saper pilotare l’elicottero e l’unico a saperlo manutenere. Mi fu risparmiato il piombo del fucile, ma presi tanti, ma tanti calci.”

    Dal diario di “Enrico Mosca”,
    Ex meccanico aeronautico del dipartimento Manutenzione di Easyjet
    membro del Consiglio degli Anziani
    Anziano Capo dell’Ordine dei Tecnici



    FUTURA (2026 – 2032)



    ANNO 2026 – ZA1 - TI DARO’ UNA SCELTA

    “Ci furono episodi come questi, di brutalità inutile, di sfoggio di forza deleterio per tutto il 2025. Punizioni sommarie erano cosa comune e la rabbia montava più velocemente di come sarebbe accaduto in una guerra normale: qui non c’era nessuno più che diceva “quando torneremo alle nostre case” o “quando avremo sconfitto i morti”. Noi sapevamo che se eravamo in ZA1 era perché avevamo perso contro un nemico che non faceva trattati di pace. Non so come la gente abbia retto fino al 2026, ma fatto sta che festeggiammo l’inizio di un nuovo anno nella terra dei morti.

    Nei primi mesi del 2026, per cercare di mantenere il controllo su un numero di persone quasi doppio rispetto a quello che prevedevano, avevano “integrato” la classica legge marziale di tutta una serie di regole accessorie che dovevano servire a rendere la vita più facile a loro, ma la rendevano insopportabile a noi. A partire dal gennaio 2026 c’erano perquisizioni settimanali per via di alcuni furti di cibo; da marzo ci fu tassativamente vietato scambiare lavoro per viveri o medicinali.

    Le micce, già cortissime, si esaurirono il 25 luglio quando ci svegliammo scoprendo che, per motivi di scarsità di risorse e per via dei rumori che facevano spesso di notte, era severamente vietato tenere animali e che bisognava consegnarli tassativamente al comando entro sera. Non c’erano tantissimi animali, ma alcune persone erano arrivate con il proprio cane o gatto come unica compagnia, per quelle persone era come sentirsi ordinare di consegnare il proprio fratello per farlo uccidere, non avevamo alcun dubbio che la sorte di quegli animali sarebbe stata la morte. Non appena la notizia si diffuse andai a protestare al comando a nome della popolazione, ma non vollero sentire ragioni: gli animali andavano consegnati, in fondo non erano mica persone. Inutile che ve lo dica, nessuno andò a consegnare nessun animale, se li volevano non li avremmo certo portati noi. Insomma, la bomba esplose quando, durante le perquisizioni che ne seguirono, una famiglia si mise a discutere ed a protestare perché non voleva consegnare il proprio cane ed in tutta risposta un tenente troppo giovane per definirlo uomo sbraitò che non aveva tempo da perdere e sparò due colpi al cane, uccidendolo sul colpo. Quei soldati probabilmente non avevano studiato bene la storia. Qui siamo in Italia, nel meridione, in Campania. Lo hanno imparato i tedeschi tanto tempo fa e lo impararono loro. Ci adattiamo, ci pieghiamo ma non ci spezziamo mai. Puoi tirarci le bombe e toglierci le cose, ma il cuore, quello, non ce lo devi toccare. La reazione della gente presente fu così inaspettata, istintiva, che i soldati non ebbero il tempo di reagire: dieci secondi dopo la ragazzina di sedici anni che era stata la padrona di quel cane stava picchiando il soldatino sulla testa con il calcio della sua stessa pistola, troppo accecata dalle lacrime per rendersi conto che gli aveva oramai sfondato il cranio. Come lo so? Perché ero io ad averlo buttato di peso a terra.

    In poco tempo scoprimmo che in altri due posti della base era successo esattamente la stessa cosa e in un altro era il padrone ad essersi preso il proiettile ed il cane ad aver fatto secco il militare. Prima eravamo gente oppressa e arrabbiata, quella sera diventammo gente arrabbiata con delle armi. Ci furono scontri durante tutta la notte, ce ne furono anche il giorno dopo e quello dopo ancora. Il gruppetto armato tendeva agguati e si nascondeva, si separava in dieci baracche diverse e poi si riuniva. Dicemmo alla gente di fare buon viso a cattivo gioco. Sapevamo che prima o poi i militari avrebbero reagito con brutalità vera e sapevamo che questo avrebbe sancito la nostra vittoria, ma ci serviva tempo ed altre armi. Alla sera del terzo giorno avevamo perso due uomini, i militari ventisei. Piangevamo i nostri morti e celebravamo i loro fucili.

    Il 28 luglio i vertici militari decisero di usare l’unica tattica che conoscevano, la paura, ma quella oramai non funzionava più. Cercarono di essere più teatrali possibile: a prima mattina radunarono sei persone nello spiazzo davanti a quello che era il comando militare. Li misero in fila, parlando a loro ed alla folla come se ci fosse già stato un processo. Ad ognuno di loro il Maggiore Foglia in persona, secondo al comando dell’intera base solo al Colonnello Roberto Sperone, disse “Ti darò una scelta, parla, dicci dove sono quei criminali o in nome della Repubblica sarai fucilato”. Era tutta una messa in scena, non potevano parlare perché non sapevano nulla. Tutto il teatrino lo aveva messo in piedi il Maggiore per spaventare a morte gli abitanti e spingerli a parlare. Sperava che dopo uno spettacolo del genere la gente avrebbe vuotato il sacco non appena qualcuno in divisa gli avesse rivolto la parola. Andò diversamente.

    Quando ebbe sparato al secondo innocente senza battere ciglio, Foglia fu colpito da un sasso sullo zigomo. Lo aveva tirato una ragazzina, nessuno dei sei era suo parente o amico. Immagino abbia semplicemente deciso di punto in bianco che si era stancata, che quello che stava accadendo non era giusto e che qualcuno doveva fare qualcosa e visto che nessuno sembrava fare niente lo avrebbe fatto lei. Vi fu un attimo di totale silenzio, come quelli che ci sono nei film. Non pensavo ne avrei mai visto uno dal vivo, uno di quei momenti in cui puoi sentire il vento che soffia ed i brividi dietro la schiena. La ragazzina era sull’uscio della chiesa, che era di lato rispetto alla fila di inginocchiati. Frate Giacomo, vecchio di spirito ma veloce di gambe, che era giunto fra i primi alla ZA1 ed era amato da tutti, uscì dalla sagrestia tutto affannato e provò a tirare a sé la ragazzina che proprio di rientrare non ne voleva sapere. Lui si inginocchiò e le sussurrò qualcosa, dando le spalle al Maggiore. Cosa si dissero non lo sapremo mai, vennero falciati da un mitra mentre il frate la provava a calmare e lei lanciava una parolaccia al Maggiore. Lei se ne è andata mandando a quel paese un mostro, lui abbracciandola a mo’ di scudo. I militari hanno perso nel momento stesso in cui quel soldato ha fatto fuoco su di loro: la folla esplose. Un muro di persone si riversò sullo spiazzo strappando le armi ai militari e calpestandoli a morte, in quel momento arrivò anche la cavalleria: noi ed un gruppo di militari che la sera prima a noi si erano consegnati, passando dall’altro lato della barricata, perché non vedevano alcun senso nel trucidare le persone quando, in teoria, il loro dovere era salvarli da una fine orribile. Per non costringerli a sparare sui loro compagni e per non dargli in mano armi nel caso si fosse rivelata una trappola, misi quei militari a trasportare i nostri feriti. Noi prendemmo a sparare sulle torrette d’osservazione per coprire le spalle alla folla inferocita. Proiettili e sassi volavano in aria, le urla di rabbia e di paura erano così forti che sentimmo l’ululato di ZOM risponderci dal di fuori della base. Gran parte del lavoro lo fece la folla, noi ci limitammo alle torrette, agli ufficiali ed ovviamente ad assicurarci che nessun morto si rialzasse. In sei ore i vertici della base erano stati catturati e le truppe sconfitte, in parte catturate o uccise ed in parte passate dal nostro lato, perché sparare sulla folla non era ciò per cui si erano arruolati.

    Il Maggiore, fuggito come il vigliacco che era fu trovato a nascondersi col suo assistente nel fosso profondo che sottostava la latrina degli ufficiali. Non scorderò mai la faccia di Gigliotti quando se lo trovò davanti, se un infarto non se lo fosse portato via due anni fa lo vedreste tremare di rabbia ancora oggi, il primo tra le due vittime della sceneggiata di Foglia era suo fratello. Gli disse “Io a te non do nessuna scelta” e sparò in petto al suo assistente. Rimase a guardare mentre quello, rialzatosi ZOM, faceva colazione col Maggiore.

    Tutti i militari superstiti che non avevano collaborato con noi vennero o uccisi o scacciati dalla base, nella terra di ZOM. Ma del Colonnello Sperone, del famigerato Dottor Spina e dei suoi uomini più fidati non v’era traccia da nessuna parte. Lui sapeva che non gli avremmo concesso una chance nella Desolazione Esterna.

    Futura nacque in una processione ed una fiaccolata, fra la rabbia per le morti, la frustrazione per la fuga del Colonnello, la tristezza per la morte di tanti amici in quei giorni di scontri ed in special modo per le sorti di Amalia (così si chiamava la bimba) e di Frate Giacomo, ma anche con un senso profondo di comunità e di forza che legò tutti. Siamo scappati da un nemico inarrestabile. Siamo sopravvissuti alla più grande piaga che questo pianeta abbia mai visto. Volevamo una colonia, non una base militare. Meritavamo un posto sicuro e ce lo siamo costruito, meritavamo un Futuro.”

    Da un discorso di Pasquale “O’ Prufessore” De Filippo,
    attuale Bibliotecario
    membro del Consiglio degli Anziani
    Capo della Ordine dei Difensori



    ANNO 2027 – FUTURA - ANARCHIA


    “Si iniziò a discutere di un sistema di governo della colonia qualche mese dopo esserci presi la base, in seguito ad un periodo di anarchia che non poteva funzionare all’infinito. Ci furono controversie già sulla scelta del nome della neonata colonia: chi proponeva “Rinascita”, chi “Nuova Colonia Unita”, chi in maniera molto anglofona “Brave New World” ma alla fine fu scelto “Futura”. Francamente, a me come a molti sembrava un nome di merda, ma col passare del tempo e continuandolo a ripetere è divenuto accettabile, quasi rincuorante. In molti sapevamo che la “democrazia” in un mondo del genere non avrebbe funzionato, ma nessuno voleva dirlo chiaramente. Tutti volevano essere liberi, ma tutti avevano paura delle libertà degli altri. Una piccola cittadina di persone normali, abituate a leggi che gli dicono cosa è giusto e cosa è sbagliato fare, si ritrova in un mondo dove le regole del gioco sono tutte diverse, nel senso che alcune leggi vanno ancora bene, altre non hanno senso, alcune libertà sono ancora sacrosante, altre non vale la pena proteggerle in un mondo dove ogni morto si rialza da terra e vuole ammazzarti. L’unica cosa che sapevamo tutti era che qualunque fosse stato il principio di autorità non poteva essere “io ho la divisa e tu no”. Eravamo tutti un po’ confusi e le cose sono andate avanti così per un po’, con i piani di ingrandimento della colonia oltre i confini della oramai smantellata base militare a tenerci occupati. Però, come si dice, prima o poi i nodi vengono al pettine ed i nostri erano brutti da sciogliere. Una delle due turbine eoliche girava oramai a vuoto ed i generatori a gasolio di emergenza li usavamo sempre meno, il gasolio stava finendo. Finì che dovemmo razionare l’elettricità più di quanto non avesse fatto l’esercito: due ore la mattina, una il pomeriggio e tre la sera ma questo solo dopo che un paio di persone si erano prese a schiaffi perché non riuscivano ad accordarsi nemmeno su come eleggere chi doveva scegliere le ore. Accadde che la gente iniziò a protestare perché “almeno qualche giorno” ne serviva di più. Allora io suggerii di dividere il campo in settori e fare una turnazione su quale parte del campo aveva diritto a più energia in un dato giorno, ma dopo una settimana la gente cominciò a protestare, implicando che chi aveva amici “in alto” vedeva il suo settore fornito di energia per ben VENTI minuti in più - non credo che fosse vero, ma alle volte basta una voce passata di bocca in bocca per rendere una illazione una testimonianza oculare-. Già all’epoca, cominciai a rendermi conto che come non poteva funzionare con perquisizioni e plotoni, non poteva funzionare per alzata di mano. Capiamoci, mi ha fatto un certo effetto sapere che quella gente aveva ancora, come dire, la volontà di pretendere una vita migliore. Perché se la potevano pretendere la potevano immaginare e se potevano immaginarla, forse la razza umana non era proprio finita. Solo che la loro forza di spirito era rivolta dalla parte sbagliata. Il Professore lo dice sempre: “Il Popolo è ‘na cosa e la Gente ne è n'altra. Per far addiventare Popolo la Gente tu due cose gli devi dare: un sogno per la notte e un lavoro per il giorno.” E così facemmo. Alla fine quello che riuscii a fare con l’aiuto di altri pochi fu catalogare quali fossero le mansioni necessarie all’interno della colonia. Per prima cosa avevamo bisogno di meccanici, individui esperti che sapessero riparare la turbina o altri eventuali guasti. Fu Enrico Mosca ad aiutarmi. Lui ne capiva di quella roba e ne sapeva parecchio su come sfruttare il vento. Assieme ad altri aventi le giuste competenze mise su un gruppetto niente male di tecnici e meccanici per rimettere a nuovo l’impianto elettrico della base. Da lì parti l’idea di censire ogni abitante della colonia in base alle loro competenze lavorative da mettere a frutto per guadagnarsi da vivere dignitosamente. Uno degli ultimi arrivati, Leone Gutaldo, ex guardia forestale, mise su il primo gruppo di esplorazione per la ricerca di cibo, acqua potabile e gasolio, uomini e donne che rischiavano in prima persona la propria vita contro ZOM per dar da mangiare a tutti. Il tenente Lambrate ebbe l’incarico di cercare e formare un gruppo che presiedesse al mantenimento dell’ordine pubblico e alla tutela degli abitanti della colonia, mentre il mio amico Gustavi si occupò di preservare la conoscenza e la civiltà che ancora ci restava e ci diversificava da quei mostri lì fuori. Ci apprestammo a censire ogni abitante, ma il grosso problema fu la rieducazione di molti coloni che richiese tempo e impegno: un avvocato o un broker che utilità IMMEDIATA possono avere ad una comunità che cerca pragmaticamente di sopravvivere? Io stesso alla fine sono solamente un economista anche se me la cavicchio con qualche cavo elettrico… Tutti gli abitanti qui a Futura vengono inquadrati nella mansione a loro più confacente e chi non possiede le competenze viene ampiamente istruito. Anzi, deve essere istruito. Non abbiamo di certo cibo e acqua da regalare come beneficenza agli scrocconi! Il cibo viene razionato sulla base del lavoro del singolo e chi non lavora non mangia! Ci fu un caso di due aristocratici che cercarono di far valere il loro “titolo nobiliare” e la “loro esimia discendenza” in quanto ragione per essere esentati da qualsiasi lavoro manuale, rifiutandosi poi di farsi subordinati di qualcuno per apprendere un mestiere. Forse qualcuno considerò “barbara” la reazione mia e del consiglio ma li buttammo fuori, nella Desolazione Esterna. Come vi dicevo, qui non abbiamo cibo da regalare agli scrocconi. Qui siamo tutti sulla stessa barca, ognuno di noi ha diritto alla propria fetta, una fetta che viene erogata in parti uguali per chiunque contribuisce attivamente. Ad ogni modo, io assieme ad altri abbiamo dato ai cittadini un lavoro ed il sogno di ritornare, a piccoli passi, verso una civiltà. Ma mi sbagliavo: non fu né il lavoro né il sogno ad unirci. E’ stato l’arrivo di un nemico a smuovere le acque, a farci prendere le decisioni giuste.”
    Dal diario di Claudio Bergonzi,
    Economista
    Fondatore di Futura
    Presidente del Consiglio degli Anziani


    LA GUERRA (2028 – 2031)



    2028 – FUTURA - HOMO HOMINI LUPUS

    “Nel 2028 mi pare. La prima volta che li vedemmo mi ricordo che era estate. Dal luglio dell’anno prima avevamo costruito altre baracche, altre le avevamo buttate giù perché non ci si poteva vivere dignitosamente. Avevamo allestito un ospedaletto all’interno del comando, sapete, con la faccenda di ZOM ci servivano porte robuste per chi si trovava in condizioni gravi. Però lo spazio non era sufficiente per tutti, questo era chiaro, solo che non era facile avviare costruzioni fuori dalle recinzioni alte della base, in terra ZOM. Dovemmo studiare un modo per riuscire a costruire con relativa sicurezza, cioè, in realtà ne trovammo vari: il ponte di corda, i tiranti elastici di emergenza fatti con l’equipaggiamento dei militari e le fosse che oggi non usiamo più per colpa degli “sciacalli”. Ci rendemmo conto che era importante che ci fossero vari modi in cui le persone che costruivano fuori dalle mura potessero rientrare velocemente o mettersi in sicurezza in caso di arrivo di morti anche in gran numero. Non è che non perdemmo nessuno, ma con queste accortezze nessuno ZOM entrò nel perimetro durante i lavori. Grazie all’estensione della colonia adesso non stiamo più tanto stretti e se bisogna allargarsi ancora, se arriva qualcuno di nuovo sappiamo già come fare.

    Si fanno chiamare tra di loro con vari nomi, ma ai nostri occhi sono solamente un branco di sciacalli. Uomini cui l’apocalisse ha nutrito il lato violento e recondito dell’animo umano. Uomini che come noi si sono uniti, hanno creato delle comunità cercando di formare nuovamente un ordine costituito, una nuova civiltà. Ma la loro visione di civiltà è fondata sulla prevaricazione, sulla conquista e sullo sfruttamento di chi è più debole. In un mondo dove i dettami degli uomini hanno smesso di avere significato e dove l’unica legge è quella della Morte, hanno scelto come loro stendardo l’oppressione, il saccheggio e la conquista dei pochi beni rimasti. Hanno fatto della paura il loro biglietto da visita: aggredirono una squadra mentre raccoglieva legna nei boschi intorno, non puzzavano come ZOM e quindi riuscirono a coglierli di sorpresa. Erano una decina, gli furono addosso in un attimo. Avevano armi taglienti e contundenti, uno solo di loro portava una pistola. I nostri scapparono verso le recinzioni, verso i nostri “sistemi di sicurezza”, molti si gettarono nelle buche e chiusero i coperchi. Quei bastardi riuscirono ad avvicinarsi abbastanza facendosi scudo con tre uomini ed una donna che avevano catturato: non potevamo sparargli senza colpire loro. Non so perché si avvicinarono così tanto, forse solo per sfidarci. Sta di fatto che riuscirono ad arrivare a trenta metri dall’inferriata, poco oltre le buche. Come ho detto si protessero usando i nostri come scudo. Le buche sono fatte con coperchi pesanti e senza appiglio esterno, così che ZOM non li possa aprire, se ti butti in una delle nostre buche sei al sicuro, ma per salvarti ti si deve venire a prendere. In ogni caso questo figlio di un cane, sempre protetto da scudi umani, usa la sua spranga come leva per aprire la buca, guarda me sulla torretta, mi mostra il dito medio e poi prende una bottiglia con un fazzoletto infilato dentro, la accende e la tira nella buca, sull’operaio indifeso. Se ne sono andati via coi nostri e non ci ho potuto fare nulla. Sento ancora le urla dell’operaio. Ma che motivo c’era?

    Col tempo lo capimmo… Era consuetudine perdere uno o due uomini durante un’esplorazione, qualche giovane fin troppo audace si spingeva da solo all’interno delle corsie di un supermercato abbandonato, qualche altro si spingeva da solo ad esplorare una casa che sembrava non contenere vita da anni. Venivano ghermiti da ZOM e trascinati nelle sue fila. Ricordo bene quel ragazzo che durante la prima esplorazione a 6 km a nord della colonia si era infilato sotto un camion ribaltato per riuscire a prendere del carburante: credevamo di avere del tutto bonificato l’area eppure nel silenzio e nella tensione lo sentimmo urlare. Fu agghiacciante. Eravamo appena poco lontani da lui e subito ci fiondammo a tirarlo fuori trascinandolo per le gambe. Di lui erano rimaste solamente quelle quando riuscimmo a portarlo via, il corpo era stato tranciato a metà e solo allora ci rendemmo conto di tre ZOMbie sfuggiti alla bonifica dell’area intenti a pasteggiare con ciò che rimaneva del malcapitato dal tronco in su. Fu una scena terribile. Ma erano comunque perdite messe in conto, quello che invece era davvero strano fu la scomparsa di un’intera squadra di esploratori a giugno. Nessuno fece ritorno a Futura e la cosa si verificò altre due volte nel corso dello stesso anno. Capimmo tutto quando trovammo i loro cadaveri appesi alle finestre di un edificio di un complesso urbano poco fuori dalla colonia accompagnati da graffiti. “STIAMO ARRIVANDO, MERDE!!” “CAGATEVI ADDOSSO!!” “LA VOSTRA ROBA È LA NOSTRA ROBA!!” “GLORIA AI GENTILUOMINI!”. La paura era il messaggio dei loro “Ambasciatori”. Cercavano di intimorirci e di farci sprofondare nel caos, quella molotov era il loro biglietto da visita per instillarci la paura nei loro confronti e renderci più proni a piegarci alle loro richieste. Noi rispondemmo bruciando uno dei loro accampamenti.

    Fu così che da allora non ci muovemmo più in semplici gruppi di pochi uomini ma in convogli che contavano almeno due dozzine di coloni.

    Da quel giorno uscire significava rischiare la vita due volte.

    Da quel giorno ogni colono che rischia la sua vita per Futura prende il titolo di eroe del Dopomondo.”

    Dal rapporto di Leone Gutaldo,
    membro del Consiglio degli Anziani con
    delega alla presidenza del Consiglio degli Esploratori
    Anziano Capo dell’Ordine degli Esploratori
    Ex Guardia Forestale



    2029 – FUTURA, CANCELLO OVEST - COSI COME TUTTO EBBE INIZIO

    “Lo ricordo bene. Era il febbraio 2029 e il freddo dell’inverno ci aveva reso più intraprendenti. Con ZOM rallentato dal freddo, riuscivamo a spingerci ben oltre i limiti concessi a noi uomini dopo l’Apocalisse. Fu un inverno particolarmente fruttuoso per la colonia, gli uomini di Gutaldo tornavano spesso al campo carichi di gasolio, viveri in scatola presi da qualche supermercato e addirittura medicinali non scaduti. Inoltre avevamo mappato la zona circostante e sapevamo quali erano i territori da evitare, quelli in cui gli “sciacalli” facevano da padrone e quelli in cui erano soliti darsi battaglia tra loro. Più di una volta abbiamo perso uomini nel fuoco incrociato… Quella mattina di febbraio le vedette di Futura non fecero in tempo a dare l’allarme. Eravamo pronti contro un attacco da parte di ZOM dove la puzza, il rumore e il caos ci davano adito di prepararci a dovere ma non contro quella cosa su ruote che ci stava piombando addosso a tutta velocità. In quel momento ero occupato a smistare e razionare l’ultimo carico arrivato alla colonia in compagnia dei miei uomini e di altri del gruppo Esploratori quando sentii l’esplosione. Avevamo fatto davvero un ottimo raccolto nell’ultima spedizione e a quanto pare la cosa non era passata inosservata. Ancora raccontano di quel veicolo in lontananza che procedeva a velocità folle verso la colonia. Era un’Apecar con nessuno alla postazione di guida. Tre dei nostri esploratori dati per dispersi, erano feriti e legati nel vano posteriore e dietro di loro ZOM, che aveva fiutato il loro sangue e che nonostante il freddo avanzava inesorabile inseguendo il trabiccolo. Dovevano averlo caricato con esplosivi perché quando impattò contro le mura la deflagrazione non fu da poco. Bisognava richiudere immediatamente la breccia prima che ZOM sciamasse all’interno.

    Fu il panico. Le Fasce Rosse (come chiamiamo noi i membri dell’Ordine dei Difensori) si preoccuparono di respingere per quanto potevano ZOM mentre altri pensavano a riparare le mura e il cancello con quel poco che avevano. Io fui portato assieme ad altri impossibilitati a combattere nei magazzini sul lato opposto della colonia in attesa che la breccia venisse riparata. Ma era quello che loro volevano. Con pochi uomini a difendere il cancello Est, quello che sembrava essere un esercito eterogeneo e male organizzato ci attaccò frontalmente con l’intenzione di sfondare la barricata, riuscendo nell’intento. Vidi con questi occhi quei bastardi sciamare all’interno delle mura e saccheggiare le abitazioni e i depositi per poi dare fuoco a tutto. Erano in pochi quelli che sapevano combattere e quasi tutta la forza di difesa era stata schierata sul fonte opposto, in aggiunta lo shock ci rendeva inermi dinanzi a loro.

    Fu un vero massacro. Gli uomini recanti l’effige di un avvoltoio sulle giacche o sulla pelle sapevano il fatto loro: furono rapidi nel loro saccheggio, svuotarono i magazzini e tornarono a casa carichi di gasolio, viveri ed armi e portando dietro con loro sei ragazzine. Buon dio! erano poco più che delle bambine… Dietro di loro lasciarono baracche bruciate e cadaveri. Furono proprio questi ad aggravare la situazione. I bastardi erano stati veloci nel lasciare la zona perché sapevano cosa succede sempre ai cadaveri freschi. Perdemmo gran parte della zona Ovest di Futura invasa dagli ZOMbie, impiegammo mesi per bonificarla e riedificarla, trovando nell’impresa graffiti sparsi del tipo “L’AVVOLTOIO RINGRAZIA!”. Scoprimmo con rammarico che l’Avvoltoio non era l’unica forza del genere in questo mondo. Di sicuro era quella meglio organizzata e di sicuro era quella che ci aveva preso di mira. Altre bande di sciacalli furono avvistate, tutte meno equipaggiate e organizzate. Una volta in un’esterna beccammo un manipolo di pazzi vestiti con abiti “eleganti” oramai strappati e dismessi, a divertirsi con un poveraccio in una piscina vuota che scappava disarmato da uno ZOMbie. Ridevano di gusto mentre il pover’uomo provava a scampare al suo destino. Lì capimmo che erano “i Gentiluomini”. Altre volte capitammo nel bel mezzo di alcuni scontri a fuoco tra bande rivali, tra le quali avvistammo i membri dell’Avvoltoio. Furono mesi di estremo malcontento per la popolazione costretta a vivere ammassata gli uni addosso agli altri nelle restanti abitazioni e a corto di viveri. Qualcuno sommessamente sosteneva fosse stato un bene lo “sfoltire il numero delle bocche da sfamare”. Bestie del genere non sono migliori di chi ci ha attaccato, di chi ha deciso di vivere in questo nuovo mondo facendo leva sulla forza e sull’oppressione. Forse ZOM non era il peggiore dei nemici che avremmo dovuto prepararci ad affrontare…”

    Da una testimonianza orale (ETC) di Alfredo Gustavi
    Medico Chirurgo
    Ex membro del Consiglio degli Anziani
    Ex Anziano Capo dell’Ordine dei Sapienti


    NOTA: UN ETC, VOLGARMENTE CHIAMATO “OVETTO”, E’ UN CONGEGNO TECNOLOGICO CREATO A RIDOSSO DELL’APOCALISSE NEL QUALE ERA POSSIBILE REGISTRARE MESSAGGI DA SCAMBIARSI FRA AMICI. E’ DIVENTATO A TUTTI GLI EFFETTI UNA SORTA DI CAPSULA DEL TEMPO IN CUI POSSONO ESSERE RACCHIUSI I RICORDI DI COLORO CHE NON CI SONO PIU’.

    2030 – FUTURA, OSPEDALE - IL NEMICO È LA MORTE, IL NEMICO È L’UOMO

    “Dicembre 2030
    Oramai sono passati sei mesi da quando lui è scomparso. La pressione del ruolo che mi sono trovata costretta a ricoprire mi sta uccidendo. Ho assoluto bisogno di qualcosa per alleviarla…

    Dopo quella che è stata una vera e propria dichiarazione di guerra dagli uomini dell’Avvoltoio, la colonia se la sta passando davvero male. Le spedizioni all’esterno sono sempre meno fruttuose e più rischiose. Ci tengono d’occhio e attendono il momento giusto per attaccarci e trafugare quello che con difficoltà riusciamo a recuperare dalle terre che appartengono ai morti. Abbiamo risposto e stiamo rispondendo al fuoco con il fuoco da più di un anno a questa parte. Siamo andati a riprenderci le armi, le donne e gli uomini che ci avevano sottratto con la forza, abbiamo bruciato i loro accampamenti, altri invece li abbiamo trovati già invasi da morti intenti a nutrirsi. Loro hanno poi fatto lo stesso attaccando gli esploratori di ritorno dalle spedizioni o presentandosi nuovamente alle porte di Futura. Il mese scorso sono spariti sei bambini. Come diavolo hanno fatto a rapire sei bambini? Non dovrebbe essere concesso loro l’accesso fuori dalle mura!

    Ci hanno chiesto un riscatto in carburante e proiettili. Inutile dire il caos che ha generato la notizia! Da qualche vecchio che se ne è uscito con un antiquato “non scendiamo a patti con i terroristi” a chi non si è fatto scappare l’occasione per criticare il Consiglio degli Anziani nella gestione della sicurezza. Noi assieme ad altri abbiamo raccolto quanto potevamo in pochi giorni prima dell’ultimatum avanzata dai loro “Ambasciatori”. Mancavano 1.2L di benzina e 2 caricatori. Rispetto a quanto ci avevano chiesto era un qualcosa di irrisorio. Volli andare in prima persona con il gruppo che consegnò il riscatto, consegna che sarebbe dovuta avvenire ai piedi di un’altura distante dalla colonia. Ci era stato intimato di attendere nella conca. Gli uomini dell’Avvoltoio si presentarono in ritardo. Al momento dello scambio, dopo aver reso noto a quelle bestie che i tempi duri non ci avevano permesso di racimolare proprio tutto quello che ci avevano chiesto, due uomini calarono con delle funi una tinozza dove consegnare il riscatto. Noi la riempimmo senza fare storie e quando avemmo finito loro la tirarono su. Uno degli uomini procedette ad ispezionare il malloppo con fare più che soddisfatto, dopodiché ridacchiando si avvicinò alla donna che aveva in custodia i bambini legati, che però erano solo due, e le sussurrò qualcosa all’orecchio. La donna rivolse un sorriso prima a noi ammassati nella conca e poi ai due bambini, per poi in un istante tirare fuori una pistola, fare fuoco sul petto del maschio e buttare giù tra di noi la bambina. È stata una scena terribile, soprattutto quando presa dalla foga di controllare le condizioni di salute della piccola sentii un tonfo dietro di me: era il bambino morto. Si era fratturato entrambe le gambe nella caduta e adesso stava strisciando verso di me con l’intenzione di divorarmi. Per una settimana non ho chiuso occhio la notte, ho dovuto chiedere a qualcun altro di sostituirmi per qualche giorno alla guida dell’ordine dei Sapienti ed all’ospedale. Ho fatto fuori un intero flacone di morfina domandandomi dove fossero gli altri quattro piccoli…

    È da febbraio dell’anno scorso che si continua così. È stato un continuo susseguirsi di scontri tra le nostre forze e quelle dell’Avvoltoio, uno scontro che va ancora avanti e che fino ad adesso è andato a beneficio di una sola fazione: ZOM. Le sue fila si ingrassano e noi vivi rimaniamo rintanati nei nostri rifugi, aspettando il momento giusto in cui si ritirerà momentaneamente per ammazzarci a vicenda ed entrare a farne parte.

    Dopo che quei figli di puttana hanno attaccato il convoglio di Gustavi sei mesi fa, in quanto sua pupilla mi hanno affibbiato il suo posto nel Consiglio. Uno dei superstiti mi ha detto che gli uomini che hanno attaccato la spedizione avevano indosso i simboli dell’Avvoltoio. Gustavi è andato disperso, rapito da quei bastardi… Lo avevo scongiurato di non rischiare la vita fuori da queste mura, di continuare ad esercitare in ospedale piuttosto che nelle esplorazioni ma non mi ha dato ascolto. Adesso sento di avere gli occhi di tutti addosso, occhi pieni di speranze e aspettative, gli occhi di chi qui a Futura si aspetta chissà cosa da me, come se potessi riportare quei quattro fanciulli indietro e salvarli tutti! Cosa cazzo vi aspettate da me? Ho la testa che mi sta esplodendo…”

    Dal diario di Sara Bonomi
    Medico Chirurgo
    membro del Consiglio degli Anziani
    Anziano Capo dell’Ordine dei Sapienti



    2031 – DESOLAZIONE ESTERNA - SICUT NOX SILENTES

    “2031, 11 Febbraio
    Convoglio Bravo e Charlie inviati in esterna. Convoglio Alpha è in silenzio radio da una settimana. Prima di perdere il contatto abbiamo ricevuto conferma del percorso della carovana dell’Avvoltoio. I ragazzi stavano seguendo da circa un mese gli spostamenti della Carovana e gli scontri con i gruppi rivali. Temiamo possano essere stati presi alle spalle dai morti o, peggio ancora, scoperti dai vivi. Richiedo al Consiglio il permesso di partire in esterna a comando del Convoglio Delta per affiancare l’operazione.”


    “2031, 20 Marzo

    Abbiamo recuperato ciò che resta del convoglio Alpha. I loro corpi erano nudi, grandissima parte delle armi e degli equipaggiamenti erano scomparsi. Abbiamo recuperato una ETC da uno dei cadaveri dopo averlo abbattuto. Riporto per iscritto la registrazione:

    “Abbiamo seguito quei bastardi per quasi tre settimane mappando i loro spostamenti e cercando di dedurne un razionale. Ci stiamo mantenendo a debita distanza, così tanto tempo e ancora non si sono accorti di nulla. Si stanno preparando per qualcosa di grosso. Più volte ci sono stati conflitti con altre bande rivali, quelli che chiamano “Gli Onesti Gentiluomini di Provincia” e “Gli Ultimi Lupi di Irpinia”. Cristo santo, la donna che li guida ha il diavolo negli occhi! Ad ogni modo hanno recuperato una grossa quantità di armi ed esplosivi dagli avamposti di quegli altri mentecatti. Si preparano per un grosso attacco… Abbiamo modo di pensare che siano diretti verso la Colonia. Vogliono sterminarci. I nostri uomini sono stanchi. Stanchi di questa missione, stanchi di questa guerra che imperversa contro Futura, stanchi di questo mondo governato dai morti. Il morale è basso, tra i ragazzi serpeggia malumore e tre giorni fa ci sono stati due disertori. L’estrazione procederà come stabilito tra 3 giorni. Intanto due survivalisti del Ordine dei Tecnici sono stati inviati per…”

    La registrazione si interrompe con il rumore di alcuni colpi di arma da fuoco. Crediamo che i nostri uomini siano stati scoperti e coinvolti in un conflitto a fuoco. Ho ordinato l’estrazione immediata del convoglio Delta e dei convogli di ricerca Alpha e Bravo. Il tempo stringe.”

    “2031, 27 Marzo

    Nel rientro alla colonia, il Convoglio Bravo è stato coinvolto in uno scontro a fuoco presso un avamposto appartenente alla fazione definita “Gli Ultimi Lupi di Irpinia” coinvolta in alcuni attacchi recenti alla colonia. Armi e munizioni sono stati sequestrati. I prigionieri al fine di vedersi risparmiata la vita ci hanno rivelato preziose informazioni sull’attacco alla colonia da parte degli Avvoltoi. Abbiamo 5 giorni di tempo.”

    “2031, 1 Aprile

    Il reparto Genieri guidato da Marino ha minato la piana sul lato Ovest della colonia, dove sapevamo avrebbero tentato il primo attacco con lo stesso metodo dell’anno prima. Quello che non ci aspettavamo però era la quantità di uomini e armi posseduta dagli uomini dell’Avvoltoio. L’Avvoltoio in persona guidava le sue truppe in battaglia, un pazzo esaltato pieno di piume e tatuaggi. Dopo l’esplosione e l’ammassarsi di ZOM sul lato ovest che veniva eliminato dalle mine, l’attacco delle truppe dell’Avvoltoio è partito sul versante Est, dove i cancelli erano stati fortificati e dove avevamo schierato gran parte degli uomini. L’ordine dei Tecnici aveva costruito e schierato dietro le mura dei trabucchi con i quali è stato possibile decimare la fanteria dell’Avvoltoio. Il compito di noi cecchini piazzati fuori alle mura della colonia è stato quello di restare in attesa e neutralizzare le autobombe nel momento in cui fossero state utilizzate. Quello è stato il momento della loro disfatta. Hanno ordinato la ritirata della prima linea e fatto partire i veicoli. Le esplosioni nel mezzo delle linee nemiche hanno creato il panico tra le loro fila. Il sottoscritto ha fatto detonare l’autobomba di fianco al veicolo con il trono sul quale sedeva l’Avvoltoio, sbalzandolo e ferendolo gravemente. A quel punto è stato lanciato il razzo di segnalazione per indicare alle Fasce Rosse di uscire dai cancelli e ripulire la zona. È stato un successo. Benché pochissimi uomini siano riusciti a fuggire dal campo di battaglia portando con loro il corpo gravemente ferito del loro capo, le perdite riportate in seguito all’esplosione e il successivo calpestio subito durante la caotica ritirata non gli permetteranno di sopravvivere per più di qualche altro giorno. La guerra è finalmente finita! La fazione degli Avvoltoi è stata decimata. Futura ne è uscita libera e vincitrice, per un futuro migliore.”

    Dal rapporto di Gianmarco Lambrate
    Capo dell’Ordine dei Difensori
    Ex-Caposquadra NOCS
    Ex Tenente dell’Esercito di Liberazione



    FUTURA OGGI (2033 – in avanti)



    Futura sorge sulle ceneri del mondo che fu.
    La cooperazione all’inizio fu dura e non senza forti attriti. La colonia fondata sulle ceneri di ZA1 originariamente era stata creata come un bacino sicuro in cui ripartire ed in cui ricostruire una qualche forma di società civile.

    Era il punto di partenza per vincere contro ZOM.

    A capo della stessa, dopo la cacciata dell’esercito italiano, vi era il Consiglio degli Anziani ma il vero pianificatore di tutto fu un economista, Claudio Bergonzi. Suo fu l’onere di dividere i compiti, di far ripartire la macchina produttiva, di curare ed accogliere le persone. Suoi furono i protocolli organizzativi.

    Il primo problema da risolvere fu di natura sociale. C’era un folto gruppo di tecnici delle comunicazioni, medici, meccanici, persino alcune guardie forestali. Ed erano molto apprezzati per le loro capacità. Poi c’erano i manovali, gli artigiani, gli insegnanti, che si misero subito all’opera nella creazione e riparazione di oggetti non più acquistabili né riproducibili dalla vecchia industria di massa oramai defunta. Ma metà dei sopravvissuti erano dirigenti, avvocati, professionisti, anche qualche ex-nobile. Gente abituata a scrivere, telefonare, dare ordini, ma totalmente manchevole di qualsiasi competenza manuale. In un mondo da ricostruire non interessava a nessuno l’andamento delle azioni né la corretta stesura di un contratto né tantomeno le regole di etichetta.

    C’era urgente bisogno di aggiustare le fogne, far ripartire motori, costruire case, erigere palizzate difensive, riparare armi, difendere i punti di accesso, esplorare le strutture intorno a Futura e riportare indietro viveri, medicine, armi e tutto ciò che serviva per la ripartenza.

    Ed accadeva spesso che l’avvocato di successo dovesse essere “riformato” ad un lavoro manuale, magari proprio dal tecnico che in passato sarebbe andato a riparargli il rubinetto, il motorino del pozzo, l’antenna parabolica. In pochi sopportavano di prendere ordini ed istruzioni da persone che prima di quel momento loro avrebbero pagato per risolvere problemi quotidiani mentre erano impegnati a fare più soldi.

    Furono quindi istituire le pene corporali pubbliche chiamate ancora oggi LEGGI DI PUNIZIONE un codice di leggi poco chiare ed anche brutali, la risposta legale barbara ad un mondo violento. Era impossibile mettere in prigione ladri e saccheggiatori, facinorosi o semplicemente sopravvissuti “non collaborativi”. Non si potevano distogliere i cittadini dalla produzione per giocare a guardie e carcerati. E perché nascondere i colpevoli alla società se punirli pubblicamente poteva essere un valido deterrente? La paura del dolore può svanire, l’onta e l’umiliazione pubblica no. La vergogna è un’arma potente, ma perché funzioni c’è bisogno che tutti gli altri facciano la cosa giusta. Un colletto bianco che si prendeva 15 frustate perché aveva rubato il cibo ad una intera famiglia di operai era meglio di un poliziotto in ogni angolo di strada. E per i recidivi furono previsti lavori forzati.

    E così le cose iniziarono a funzionare. Almeno fino ad oggi.

    Furono statuite regole violente ma semplici ed efficaci che ancora oggi sono l’unica forma di regolamento esistente.

    Regola numero 1: Il Consiglio degli Anziani (da ora C.A.) ha il compito di amministrare, legiferare e giudicare a Futura. Si può divenire Anziano su nomina del Consiglio per meriti verso l’umanità o per acclamazione. La carica di Anziano perdura fino alla morte del sopravvissuto che ne riveste la carica o fino alla sua conclamata perdita della capacità di intendere e di volere. Il Consiglio è formato da minimo quattro membri e non è previsto un numero massimo di membri.

    Regola numero 2: Il C.A. dà il benvenuto a Futura a chiunque, ad eccezione di individui di comprovata instabilità mentale o individui portatori di gravi patologie infettive. In caso di controversie il C.A. si riserva avere l’ultima parola. I nuovi giunti verranno chiamati novizi ed avranno un luogo dove vivere. Verrà assegnato loro un lavoro compatibile con il lavoro precedente se possibile e comunque secondo le esigenze di Futura.

    Regola numero 3: Ogni ingresso deve essere registrato sia che si tratti di primo ingresso e quindi di un estraneo, sia che si tratti di un ingresso successivo, come avviene per il ritorno dalle missioni di esplorazione. Il sopravvissuto che torni o che entri per la prima volta a Futura dovrà abbandonare tutti i beni che ha con sé eccetto quelli STRETTAMENTE personali; i primi saranno messi a disposizione dell’intera comunità, i secondi saranno gli unici averi su cui il sopravvissuto potrà accampare diritto di proprietà. Non sarà concesso poter portare armi personali a Futura a meno che non si faccia parte dell’Ordine dei Difensori. È concesso agli individui che dimostrino comprovata maestria nell’utilizzo di una propria arma personale, portare la stessa in missione esterna (ovvero che F.G. hanno l’abilità collezionista).

    Regola numero 4: Viene istituito un corpo di polizia e vigilanza cui sarà affidata la protezione dei sopravvissuti. A questo corpo, chiamato Ordine dei Difensori sarà concesso l’uso di Taser, di armi bianche e di armi da fuoco a seconda di ciò che si ha adisposizione anche all’interno del perimetro di Futura, sia per difendere i sopravvissuti che per sedare ed arrestare i facinorosi. Il Capo delle Fasce Rosse fa diretto riferimento al C.A.

    Regola numero 5: È vietato portare fuori da Futura beni non personali senza permesso. Ciò è chiamato FURTO. Dal reato di FURTO il C.A. ha estrapolato altri REATI, tutti collegabili al furto di qualcosa o di qualcuno:

    - Calunnia, furto della verità;
    - Lesione, furto della sanità fisica;
    - Minaccia ingiusta o soggiogamento, furto della sanità mentale;
    - Truffa, furto della buona fede;
    - Stupro, furto della dignità;
    - Omicidio volontario senza legittima difesa, furto della vita;
    - Schiavitù, furto della libertà;
    - Sedizione, sabotaggio, secessionismo, furto alla sicurezza pubblica;

    Per il FURTO di qualsivoglia genere il C.A. decide la punizione, potendo mutare il giudizio da persona a persona, anche in relazione al valore della persona nella comunità, al tipo di furto, alla condotta, ad altre cause. Insindacabilmente.

    Regola numero 6: Quando un FURTO viene commesso nei confini di Futura, quindi in tempo di ORDINARIA AMMINISTRAZIONE, è previsto un giudizio insindacabile del C.A. a cui può seguire l’assoluzione oppure l’esecuzione di una pena: normalmente la pena più diffusa è la pena corporale, in misura decisa dalla C.A. ed eseguita dalle Fasce Rosse. La detenzione è vietata se non per casi particolari. In caso di reati particolarmente gravi o reiterazione di atti volti a ledere il prossimo o la pubblica sicurezza il C.A. può prevedere l’esilio nella Desolazione Esterna. È prevista come extrema ratio la pena capitale.

    Quando un FURTO viene compiuto fuori dal territorio di Futura, quindi in tempo di LEGGE MARZIALE, il C.A. demanda all’Anziano Capo dei Difensori di scegliere un suo sottoposto o altro membro famoso e stimato della società di giudicare ed eseguire direttamente la punizione, che può variare dalla detenzione provvisoria fino al ritorno in Futura (dove verrà giudicato definitivamente), alla punizione corporale comminata sul posto o posticipata al ritorno in colonia (dove verrà giudicato definitivamente), fino alla pena capitale comminata sul posto per gravissimi motivi o per tutelare la sicurezza della missione.

    Regola numero 7: per tutto quanto non previsto dal regolamento, è diritto del C.A. legiferare, giudicare, comminare pene.



    L’ORGANIZZAZIONE INTERNA DI FUTURA

    CONSIGLIO DEGLI ANZIANI: ad esso è demandato il governo di Futura, la promulgazione di nuove regole, il giudizio sui FURTI, l’applicazione delle pene. Il Consiglio degli Anziani è presieduto dal Fondatore ed Economista Claudio Bergonzi.

    Membri del Consiglio: Pasquale De Filippo, Enrico Mosca, Leone Gutaldo, Sara Bonomi.

    ORDINE DEI DIFENSORI: a capo dello stesso è stato nominato un Anziano del C.A., il bibliotecario Pasquale De Filippo; l’ordine coordina e gestisce l’ordine e la salvaguardia di Futura. Nell’Ordine dei difensori vengono reclutati combattenti, medici di campo, esperti di esplosivi e tutto ciò che afferisce alla sicurezza attraverso l’uso della forza. Il loro simbolo di riconoscimento in missione è una FASCIA ROSSA.

    Hanno due reparti: Soldati e Genieri.


    ORDINE DEI TECNICI:
    a capo dello stesso è stato nominato un Anziano del C.A. il meccanico aereonautico Enrico Mosca; l’ordine coordina e gestisce lo sviluppo tecnico e tecnologico della società. In esso vengono accolti meccanici, esperti di comunicazione radio, informatici e tutti coloro i quali riescono ad assemblare, creare, distruggere o riparare oggetti meccanici e tecnologici. Il loro simbolo di riconoscimento in missione è una FASCIA GIALLA.

    Hanno tre reparti: Meccanici, Survivalisti e Wistful.


    ORDINE DEGLI ESPLORATORI: a capo dello stesso è stato nominato un Anziano del C.A. l’ex guardia forestale Leone Gutaldo; l’ordine coordina e gestisce l’esplorazione nelle missioni esterne. In esso vengono accolti persone in grado setacciare i territori esterni ostili, guardaboschi e fiuta tracce, e comunque gente in grado di muoversi silenziosamente e con furtività. Il loro simbolo di riconoscimento in missione è una FASCIA VERDE.

    Hanno due reparti: Cacciatori ed Assaltatori.

    ORDINE DEI SAPIENTI: a capo dello stesso è stato recentemente nominato un Anziano del C.A. il medico Sara Bonomi; l’ordine coordina e gestisce la raccolta e lo studio di informazioni utili allo sviluppo della società, alla comprensione e all’eradicazione della piaga che rialza i cadaveri come ZOMbie, alla catalogazione di vecchie conoscenze e nuove informazioni; inoltre uno dei suoi reparti pianifica le esplorazioni. In esso vengono accolti medici, professori, biologi, profiler, studiosi di strategia e chiunque sia abile a raccogliere informazioni, ad investigare ed a performare il lavoro di squadra. Il loro simbolo di riconoscimento in missione è una FASCIA BLU.

    Hanno tre reparti: Dottori, Strateghi e Microbiologi

    ALCUNI ABITANTI DI FUTURA (NOVIZI E CITTADINI COMUNI):



    Alfonso Santini 40 anni, operaio sia prima che dopo l’Apocalisse. E’ arrivato a Futura con sua figlia Emilia. E’ un uomo molto pacato e gentile, è conosciuto come un gran lavoratore ed un uomo onesto, che riesce a fare ciò che deve nonostante la leggera zoppia che lo affligge.
    Aldo Renga, 22 anni: cittadino di Futura, beneventano, ha passato nel Dopomondo gran parte della sua vita. Ha un disturbo dello spettro autistico, che gli crea grosse difficoltà di comunicazione e lo tiene al di fuori degli Ordini. Lavora come pastore in Colonia. Il disturbo è ciò che lo ha tenuto vivo negli anni, spingendolo ad una ripetitività ed una metodicità delle azioni. Aldo fa le cose sempre allo stesso modo. E’ arrivato a Futura con sua madre, una infermiera morta due anni fa. È spaventato o messo fortemente a disagio dall’aggressività nel tono della voce (se qualcuno ce l’ha con lui o qualcuno nella stanza discute animatamente). Viene trattato con gentile sufficienza dalla gente per via del suo problema, come si trattavano nei paesini del vecchio mondo i deboli di mente.

    Aurelio Lorense, 33 anni: Nasce in Puglia a Martina Franca. Figlio di contadini e nipote di contadini. Dopo la quinta elementare, data la povera estrazione culturale della sua famiglia, viene spinto dal padre a lasciare gli studi e a dedicarsi al lavoro nei campi, apprendendo il duro mestiere di famiglia. Nutre un astio non troppo velato nei confronti dei Microbiologi e verso chiunque si atteggi a conoscitore della natura, campo in cui a suo parere primeggia senza rivale alcuno.

    Carmine Iervolino, Membro dell’Ordine dei Tecnici, Reparto Wistful, 21 anni:
    Esperto di elettronica, è stato lui a capire per primo come forzare gli Ovetti (nome colloquiale degli ETC) per ricaricarli senza lo specifico caricatore fornito dalla casa madre ed oramai quasi introvabile e lo ha insegnato a molti altri Wistful. Quello che non ha carpito dai pochi libri della biblioteca di De Filippo lo ha fatto esaminando qualunque apparecchio, rotto o funzionante, intero o a pezzi che gli è passato tra le mani.

    Carmine “Mortazza” Mancuso, 37 anni: prima di ZOM era un giovane ed imponente buttafuori che si stava lanciando nel giro buono come bodyguard. Scartato dall’Ordine dei Difensori per motivi di salute a suo dire, è stato relegato alla raccolta differenziata dei rifiuti di Futura. Viene chiamato “Mortazza” perché non fa altro di rimpiangere la sua adorata mortadella: a suo dire farebbe qualsiasi cosa per un bel “panino con la mortazza”.

    Emilia Santini 15 anni, sua madre era incinta al sesto mese quando è iniziata l’apocalisse ZOMbie. Non ha mai vissuto una vita diversa ed adora ascoltare le storie di coloro che hanno vissuto anche il vecchio mondo. E’ arrivata in colonia solo con suo padre (Alfonso Santini, operaio) alla quale è legatissima. Emilia frequenta la scuola, è intelligente e curiosa, preferisce fare amicizia con gli adulti più che con i ragazzi della sua età. Passa il resto del tempo in giro ad esplorare ogni anfratto della colonia.
    “Doc” “Rain Man”, apparentemente 23 anni: non si sa nulla di questo ragazzo di circa 23-25 anni arrivato 3 anni fa a Futura. Tutti lo chiamano Doc, perché ha un forte ritardo mentale che lo porta a chiamare chiunque incontri “Doc”. Stava per essere cacciato dalla Colonia quando alcuni Tecnici scoprirono che è un prodigio della Meccanica. La gente lo chiama “Rain Man”, citando la genialità del protagonista autistico di una vecchia pellicola che era in grado di contare le carte nei giochi d’azzardo. Odia i cactus.

    Ernesto Ramino 35 anni, non era un soldato, ma aveva una mira tale con un fucile ed un mirino che avrebbe potuto facilmente diventare un tiratore scelto. Questo finchè, un’auto in fiamme non gli è esplosa a poca distanza, mettendolo KO. Ora Ernesto è completamente cieco. E’ una persona molto gentile, anche troppo, probabilmente perché si sente un peso. Quindi cerca sempre di fare le cose da solo.

    Eureka Visconti, 58 anni: Nasce a Roma. L’estrazione culturale dei suoi genitori proveniva dalla cultura hippie del ’68, cosa che le ha permesso di essere molto disinibita nei confronti della questione droghe. Da ragazza ha lavorato come venditrice di prodotti porta a porta da lei realizzati a base di cannabis ed altre erbe. Nella prima decade degli anni ‘00 è riuscita a mettere su un’azienda truffaldina di prodotti porta a porta che le ha permesso di incassare un bel gruzzoletto. Seppur non fa parte di nessun ordine, spesso viene consultata dai suoi conoscenti per la cura di malattie tramite metodi alternativi.

    Filippo “’O Furtunat” Masanelli, 36 anni: l’unica persona in colonia che abbia mai avuto davvero a che fare (nel vecchio mondo) con i cavalli, ed è proprio a questo e al suo avere a che fare notte e giorno con i ferri di cavallo che deve il suo soprannome. Quando le guardie all’entrata si ritrovarono tre di queste bestie miracolosamente scampate all’Apocalisse a brucare tranquillamente appena fuori dalla colonia li attirarono all’interno e, successivamente, Masanelli si offrì di occuparsene, li fece accoppiare e ne curò i puledri. A causa della scarsità di cibo i cavalli a Futura non possono essere tanti, ma vengono con successo utilizzati come animali da tiro per spostare risorse pesanti o aratri nei campi.

    Fortunato Maiella, Novizio dell’Ordine dei Difensori, reparto Soldati 23 anni: Ha vissuto l’inizio dell’Apocalisse a 8 anni (è nato nel 2010). Con i genitori è fuggito da Frosinone verso Sud, ma è giunto a ZA1 con un gruppo di sconosciuti. Cosa sia successo durante la traversata è l’unico a saperlo. Non è muto, ma non parla quasi mai, è un tipo schivo. Nell’addestramento presso l’Ordine ha dimostrato di avere oltre ad un sangue freddo incredibile anche un’ottima mira. Maiella è un cecchino eccezionale, basta dargli un fucile con una buona portata ed un mirino decente per abbattere un piccione a grande distanza.

    Frate Roberto, 31 Anni: Roberto cresce come un orfano nel convento Francescano di Maria Santissima della Misericordia. Col tempo diviene un francescano del convento, segue l’istruzione basilare impartitagli dagli stessi frati. Il suo arrivo alla colonia è avvenuto molto di recente dopo la caduta del suo convento ad opera di ZOM della quale racconta aneddoti terribili. Nella colonia è di grande aiuto per Padre Ezechiele producendo le ostie per le messe e provvedendo alla manutenzione della piccola cappella di Futura.

    Gennaro Fusano, Novizio dell’Ordine dei Difensori, reparto strateghi, 27 anni: Napoletano, ragazzo non troppo sveglio, ma buono di cuore e coraggioso. Esegue gli ordini e sa sparare ed a parte fare qualche commissione per conto del Professore o di Lambrate non gli si chiede molto di più. Quando è scoppiata la piaga ZOM Gennaro aveva dodici anni ed andava a scuola, ma neanche tanto.

    Giovanni “’A Scercola” Marchese, 47 anni: Marchese era un personaggio controverso nel mondo pre-ZOM. Era uno dei tanti pesci che sguazzavano nel sottobosco criminale napoletano. Arrivò in colonia dopo la cacciata dei militari da ZA1 insieme ai soliti profughi. Qualcuno lo riconobbe e la voce arrivò fino alle orecchie del Consiglio che lo fece arrestare dalle Fasce Rosse in carcere di “contenimento” per controllare che tipo fosse. Era solo una azione cautelare, volevano solo capire che intenzione avesse un uomo che in passato pare non fosse stato uno stinco di santo. L’equilibrio a Futura era precario e valeva più della libertà del singolo, ma dopo qualche mese, appurata la buona volontà dell’individuo e la propensione a collaborare per la colonia, Marchese fu rilasciato con il compito di raccogliere i rifiuti di Futura insieme ad altri volontari. In tanto tempo non ha mai dato problemi di nessuna natura all’ordine costituito della colonia contrariamente a quanto pensassero e contrariamente a tanti altri abitanti invischiati in affari loschi. Non ama essere chiamato con il suo vecchio soprannome, il quale è sopravvissuto solo grazie a quei pochi in colonia che conoscevano la sua figura nel mondo che fu.

    Giusy “La Fata” Esposito, 40 anni: prima di ZOM una sola cosa faceva girare il mondo e Giusy ha sempre lavorato d’accordo con questa teoria. Intelligente e cinica ha sempre saputo quel che voleva e come ottenerlo, senza farsi troppi scrupoli. È passata dall’esercitare il mestiere più vecchio del mondo al fare la maestra per i bambini della colonia, mestiere che le ha fruttato il suo soprannome. Lei stessa è arrivata alla colonia accompagnata solo dalla piccola Mariasole appena nata, sua unica figlia. Le voci sul suo precedente mestiere aleggiano tra molte delle mogli di Futura che non avendo evidentemente null’altro di meglio da fare, ne screditano la figura e più volte hanno richiesto la sua rimozione dal ruolo di insegnante, richiesta alla quale gli Anziani non hanno mai dato peso.

    Mariano Castagna, 28 anni: nato in una famiglia dell’alta borghesia era stato spinto dalla madre alla recitazione, riuscendo da bambino anche a fare qualche comparsa in qualche fiction ed in qualche pubblicità. Si dà un tono da persona importante, odia il fatto che qualcuno gli faccia notare che adesso si occupa della manutenzione dei campi coltivati ed è solito parlare dei suoi piccoli ruoli in tv come se parlasse di parti importanti in film di Hollywood. Spesso e volentieri, quando incontra persone dell’età appropriata, le tormenta chiedendogli se ricordano delle pubblicità in cui è apparso, sperando ossessivamente che si ricordino di lui.

    Padre Ezechiele, 50 anni: Dopo la dipartita di Frate Giacomo la mancanza di una guida spirituale ha pesato parecchio su alcuni coloni, peso che è stato sollevato dalle loro spalle dall’arrivo in colonia di Padre Ezechiele. Al secolo Vincenzo Buoni ed originario del Beneventano. È un uomo buono e mite, in grado di fornire con la sua pacatezza il giusto conforto nel mare in tempesta che è il Dopomondo. A chi, quando con aria dubbiosa, gli chiede il motivo della sua scelta di vita risponde citando un aneddoto di quando aveva 17 anni, giocando con i suoi amici a calcetto, il pallone finì oltre le mura di un monastero vicino. Bussando alle porte per avere indietro il pallone, i frati acconsentirono solo a patto che li avessero invitati a giocare con loro. La felicità e spensieratezza di quei frati lo colpirono e lo spinsero a prendere i voti.

    Sandro Malasorte, 49 anni: Originario di una famiglia di becchini di Angri molto famosi nella zona. Ha sempre ammirato il lavoro della sua famiglia ch’era per lui motivo di un certo vanto e lo ammantava di una certa aura “nobiliare” a suo dire. Durante i suoi anni delle superiori era innamorato di una sua insegnate alla quale raccontava tutti gli aneddoti e i successi conseguiti nel mestiere di famiglia. Oggi a Futura gestisce il cimitero con una minuzia incredibile coadiuvato dalle Fasce Rosse e dalle Fasce Blu.

    Romeo Montanari, 55 anni: Romano di origini, lavora a Futura come muratore. Nella vita di prima aveva un locale chiamato Bar stella, di cui ama sempre parlare. Ciò di cui non ama parlare è la figlia, che a Futura non ci è mai arrivata. E’ un omone simpatico e si dice che la sua simpatia sia direttamente proporzionale al cibo che ha in corpo.
     
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